Sensazioni

Scrivere nel blog, per me è stato un modo per esprimermi e fermare qualche idea, spesso anche abbastanza intima. A tratti fa anche piacere vedere che qualcuno si è fermato qualche minuto a prenderne visione, ma alla fine sempre da una cerchia molto ristretta. Come dire, il pubblico che si può raggiungere con questo sistema, rimane relegato a chi si è interessato alla piattaforma wordpress.
Una riflessione, più ad ampio raggio, mi ha portato a pensare che ormai la gran parte delle persone verso cui puoi ricevere un attenzione, vive su altri social, ovviamente Instagram. Il problema è che per poter essere leggibili anche su questi canali (nati in realtà per le foto) ho visto mutare il formato in cui si trasmette la scrittura. La si rende cioè più smart (odio sempre più questo termine), cioè la si riduce a un riassunto di 7/8 post-it, non di più per non annoiare, per non perdere mai troppo tempo.
E allora mi chiedo: c’è ancora spazio per della lettura slow-read? In parte credo che niente, come della vera carta, ti dia la possibilità di possedere una scrittura e quindi dargli un valore. C’è il valore aggiunto della scoperta appunto. Un libro, un settimanale, un quotidiano ti obbliga a scegliere quale sarà il suo destino: sono sottoposti a una decisione univoca, libreria o cestino?

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